Il Corno è ancora un torrente, quando nasce dal monte Terminillo. Scorre per un breve tratto nel Lazio e subito dopo entra in Umbria, arriva a Serravalle e lì riceve le acque di un altro torrente, il Sordo: è solo allora che diventa un fiume vero e proprio.
Famoso per il buon livello idrico in ogni stagione e per le acque limpide e ancora incontaminate, il Corno è ormai da anni una delle mete preferite degli appassionati di rafting; a Norcia si può praticarlo in tutta sicurezza, in gruppo e addirittura con i bambini.
Il tratto più tranquillo vi condurrà nelle maestose profondità delle gole di Biselli: più di 150 metri di pareti rocciose a strapiombo che costeggiano il fiume, conferendogli un’atmosfera tanto minacciosa quanto affascinante. Il tratto successivo è più movimentato, caratterizzato da rapide più vivaci e divertenti, ma mai troppo pericolose. Lungo il percorso sarà possibile sbarcare per visitare le spiaggette lungo la riva, bere da una freschissima sorgente o provare l’adrenalina di un tuffo nelle acque del fiume.
Il raft, il particolare gommone con la quale si effettua la discesa, viene governato tramite le pagaie; può ospitare fino a sei o sette persone, inclusa ovviamente la guida che vi insegnerà i movimenti di base e coordinerà la navigazione. Può sembrare difficile, ma non occorre nessuna esperienza particolare: solo la voglia di vivere un’avventura.
C’è un posto, in Valnerina, che gli scalatori conoscono bene: per molti è stato il primo approccio con la scalata, con l’emozione di sollevarsi da terra e conquistare la roccia un passo alla volta. Man mano che si sale la vista spazia sulla valle intera, fino a poterla dominare completamente.
E’ la falesia di Ferentillo, una delle più grandi del centro Italia e del paese intero. I primi climbers giunsero qui già alla fine degli anni settanta; nei decenni successivi sono stati via via individuati nuovi percorsi, e il luogo ha acquistato una fama sempre crescente.
Oggi sono aperte più di 350 vie, suddivise in settori dai nomi pittoreschi: Il Balcone, celebre per la varietà di conformazione della roccia e i tanti tipi di vie diverse da affrontare; Il Gabbio, ricco di percorsi ad alta difficoltà riservati solo agli esperti; Le Mummie, che a dispetto del nome è uno dei settori meno spaventosi e più adatti a principianti e scalatori occasionali; e ancora Lu Strittu, L’Isola, La Penna, Lo Scivolo. Attenzione alle temperature, se si scala d’estate: molte delle pareti sono esposte al sole.
Una volta tornati a terra ci si potrà rifocillare nei punti di ristoro o in uno dei ristoranti della zona, e magari fare un salto al Museo delle Mummie (quelle vere, stavolta!) in attesa della prossima scalata.
Cinquanta chilometri, da affrontare quasi interamente in pianura e su strade asfaltate; per lunghi tratti si pedala lontani dal traffico, immersi tra i colori e le suggestioni della campagna umbra. Sono queste le caratteristiche che rendono la ciclovia Assisi-Spoleto adatta davvero a tutti.
Si può percorrerla tutta in una sola giornata, se si è più allenati, oppure fermarsi a metà percorso o dividere l’itinerario in più tappe. Se scegliete di partire da Assisi scendete dal centro lungo la particolarissima Mattonata, e seguite la strada che porta fino alla Basilica di Rivotorto; da qui, attraverso il verde e i campi che costeggiano la ciclovia, arriverete nei pressi di Cannara.
Attorno al venticinquesimo chilometro troverete Bevagna: è qui che in molti sostano per una pausa, cogliendo magari l’occasione di visitare il suggestivo centro storico. Dopodichè si riparte, costeggiando l’argine del Teverone e poi quello del Maroggia, e si giunge ben presto nella zona di Trevi e Montefalco, tra le viti e gli ulivi che caratterizzano il paesaggio.
L’ultimo tratto si snoda tra i borghi dello spoletino, da Campello – dove si può facilmente deviare per visitare il Tempietto e le Fonti del Clitunno – a San Giacomo, fino all’arrivo al terminal alle porte di Spoleto. E’ il momento di lasciare la bici e concedersi finalmente un po’ di riposo.
